La ministra Pinotti madrina dell’italica flotta del Qatar


In Afghanistan, Iraq, Siria e Libia a combattere il Califfo e intanto affari miliardari con i suoi emiri protettori. La diplomazia italiana conferma la sua vocazione a stringere le alleanze più controverse mentre le aziende leader del complesso militare-industriale firmano lucrosi contratti con il regime del Qatar. Lo scorso 16 giugno a Roma l’amministratore delegato del gruppo Fincantieri, Giuseppe Bono, ha sottoscritto un accordo del valore di 3,8 miliardi di euro con il Capo della Marina militare qatarina Mohammed Nasser Al Mohannadi per la fornitura di sette unità navali (quattro corvette, due pattugliatori OPV – Offshore Patrol Vessel e una nave appoggio anfibia LPD – Landing Platform Dock) che saranno realizzate a partire del 2018 nei cantieri navali liguri di Muggiano e Riva Trigoso. L’accordo prevede che la consegna delle navi da guerra sia completata in sei anni, ma le autorità del Qatar sperano di disporre di alcune di esse entro il 2022 per impiegarle per compiti di “sorveglianza e pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva” già in occasione dei campionati mondiali di calcio previsti nell’emirato.

Secondo quanto trapelato a Doha, le quattro corvette avranno una lunghezza superiore ai 100 metri e un peso di 3.000 tonnellate, mentre i due pattugliatori offshore saranno lunghi 50 metri e peseranno 700 tonnellate. La nave appoggio LPD sarà simile all’unità che Fincantieri ha consegnato nel 2014 all’Algeria, un’evoluzione tecnologica delle navi da sbarco e supporto logistico della classe “San Giusto” in dotazione della Marina militare italiana (143 metri di lunghezza, 21,5 metri di larghezza e un dislocamento a pieno carico di 8.800 tonnellate). Oltre alla costruzione, Fincantieri garantirà il supporto logistico delle imbarcazioni in Qatar per 15 anni.

Buona parte dei sistemi di combattimento e i sensori di bordo saranno forniti dalle aziende controllate dalla holding Leonardo-Finmeccanica. Nello specifico, saranno consegnati i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 mm e di piccolo calibro da 30 mm (Oto Melara), i radar multifunzionali di Selex Es già in dotazione alle fregate di ultima generazione FREMM, il sistema di protezione antisiluro, il mine avoidance sonar “Thesan” e le dotazioni missilistiche per un importo complessivo di un miliardo di euro (i missili antinave Exocet, i missili superficie-aria a corto raggio Mistral e anti-missili balistici Aster 30 Block 1, prodotti dal gruppo italo-francese MBDA di cui Finmeccanica possiede il 25% del pacchetto azionario). Il programma con la Marina militare del Qatar comprenderà anche le attività di formazione, la fornitura di stazioni di test e le strutture per la manutenzione, così come il supporto logistico integrato.

”L’accordo siglato testimonia il grande impegno delle istituzioni ed in particolare del ministro della Difesa Roberta Pinotti e rafforza la collaborazione con Fincantieri, segnando una considerevole affermazione del nostro sistema Paese”, ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale di Leonardo-Finmeccanica, Mauro Moretti. “La nostra società collabora da oltre 20 anni con il Qatar, a cui ha fornito il sistema di controllo e gestione del traffico aereo del nuovo aeroporto internazionale di Doha, elicotteri sia per applicazioni civili sia militari, sistemi di difesa per la sicurezza delle acque territoriali. Recentemente, inoltre, è diventato esecutivo il contratto firmato nel 2015 per la fornitura alle Forze armate del Qatar del sistema radar per la sorveglianza e la difesa aerea”. Il 30 marzo scorso, inoltre, la controllata MBDA ha firmato un protocollo d’intesa per la fornitura di un nuovo sistema di difesa costiera alla Qatar Emiri Naval Force, del valore di 640 milioni di euro. Nello specifico saranno fornite due diverse dotazioni missilistiche, l’Exocet MM40 Block 3 ed il Marte ER (Extended Range), che  funzioneranno in modo autonomo con un proprio radar o, in alternativa, interfacciandosi ad una più ampia rete di sorveglianza, ingaggiando bersagli navali di dimensioni diverse fino a 180 chilometri di distanza nelle acque del Golfo Persico.

La megacommessa navale con Fincantieri-Finmeccanica è stata formalizzata in occasione dell’incontro ufficiale tra i ministri della difesa di Italia e Qatar, Roberta Pinotti e Khalid bin Mohammed Al Attiyah, in cui è stato sottoscritto un Memorandum of Understanding per la reciproca cooperazione nel settore navale. Nel luglio 2015, i ministri Pinotti e Khalid bin Mohammad al-Attyah avevano pure firmato un accordo di cooperazione, formazione e addestramento nel campo del trasporto aereo, marittimo ed elicotteristico, a sua volta inserito nel più ampio quadro del trattato bilaterale di “Cooperazione nel Settore della Difesa” tra Italia e Qatar, siglato nel maggio 2010 ed entrato in vigore nel febbraio 2014.
“La cooperazione nel settore della Difesa con il Qatar è molto forte già da diversi anni e la firma dell’accordo di oggi rafforza ancor di più una collaborazione che riteniamo molto importante e strategica”, ha dichiarato la ministra Pinotti. “La fiducia e la stima che si è instaurata tra i rappresentanti istituzionali nel mondo della Difesa, ai diversi livelli, è legata alla sempre massima lealtà con la quale sono stati avviati e perseguiti obiettivi comuni. L’Italia è un paese che nel settore delle costruzioni navali ha maturato negli anni una profonda esperienza e competenza, sia dal lato militare che industriale. È un grande onore e privilegio poter mettere a disposizione del Qatar le nostre professionalità tecniche e militari e poter condividere  le avanzate tecnologie sviluppate. L’accordo appena stipulato con Fincantieri creerà numerosi posti di lavoro e questo non può che far bene all’intero sistema Paese”.
La fornitura bellica a favore di uno degli Stati arabi più compromessi nel finanziamento e nel sostegno delle fazioni terroristiche internazionali filo-ISIS è stata apprezzata pure da alcune organizzazioni sindacali. “Con questa ulteriore acquisizione in Qatar, Fincantieri porta il carico di lavoro oltre i 20 miliardi, garantendo una continuità produttiva e occupazionale che andrà oltre i sei-sette anni”, ha dichiarato il segretario generale di Uilm Genova, Antonio Apa. “Questa è la dimostrazione coesa della capacità del gruppo dirigente e delle maestranze che hanno sconfitto l’agguerrita concorrenza francese di Dcns e Thales ed è la prova evidente di una società che ha diversificato le sue attività in più settori, affermandosi nel mondo con un prodotto ad alto valore aggiunto dove c’è il meglio del Made in Italy. Fincantieri, oltre a confermare il riferimento nel settore delle navi da crociera, si pone all’avanguardia e crea le premesse per avere un ruolo da leadership anche nel settore militare. A Bono ed al ministro Pinotti va il riconoscimento della Uilm per il lavoro svolto nell’interesse del Sistema Paese”. Anche il sindacato, con Renzi, Pinotti e Confindustria va alla guerra del Califfo.

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