No al Muos, no ai droni. Per la smilitarizzazione della Sicilia


A trent’anni di distanza dalla mobilitazione di Comiso, il popolo della pace è tornato. Ed è tornato in Sicilia. L’isola è, infatti, al centro di un brutale processo di militarizzazione che ha Sigonella come sede strategica principale.

Stiamo parlando del M.u.o.s. cioè un sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze USA, un terminale terrestre costituito da mega antenne e satelliti che sta vedendo la luce su quella che era una sughereta. Ettari di riserva naturale lasceranno il posto a questi strumenti di morte: antenne che emettono onde elettromagnetiche con ricadute sulla salute della popolazione.

Da Sigonella si daranno direttive per attacchi missilistici e droni. Già, gli aerei senza pilota, ultima frontiera della guerra del 21 secolo che aprono la via verso l’automatizzazione dei conflitti. La base Usa ne sa qualcosa, infatti ospita già numerosi droni. Tutto questo, come sempre, sulla pelle della popolazione che rischia tanto (e troppo) in termini di salute e sicurezza per pagare il solito pegno di vassallaggio nei confronti di una potenza straniera.

Davanti a questo stato di cose, il popolo della pace ha deciso di darsi appuntamento domani a Catania per lanciare una campagna estiva e autunnale di mobilitazione contro la barbarie statunitense che risponde al nome di M.u.o.s. e droni. Tra i promotori dell’iniziativa (che si terrà domani alle cinque presso la Camera del Lavoro di Catania in via Crociferi) c’è il giornalista/ saggista ed ecopacifista, Antonino Mazzeo che Zenzero ha intervistato.

- Come e perché è nata l’iniziativa di domani?

Una serie di intellettuali, docenti universitari, militanti politici e sindacali, insegnati, rappresentanti del volontariato e del mondo dell’antimafia hanno colto enorme preoccupazione per l’escalation dei processi di militarizzazione in atto in Sicilia che la vedono, da una parte, sempre più proiettata come immensa portaerei avanzata per le operazioni di guerra all’interno di uno scacchiere geografico che va dall’Oceano Atlantico fino al Golfo Persico.

Dall’altra parte l’isola è l’ultima frontiera, l’ultimo baluardo armato per impedire i flussi migratori. Per coloro che invece riescono a superare, a proprio rischio, il Mediterraneo, di fatto, la Sicilia si trasforma in centro dove rinchiudere, in condizione di piena violazione dei diritti umani, migranti riceventi asilo.

Di fronte a questa preoccupazione abbiamo elaborato una piattaforma di base in cui si fa appello alla popolazione, innanzitutto siciliana, nella prospettiva di lanciare iniziative di mobilitazione e di controinformazione che tengano conto di quello che sta accadendo.

Esistono poi forti rischi per la popolazione, penso ad esempio agli aerei senza pilota che partono dalla base di Sigonella che già adesso comportano seri rischi per il traffico aereo isolano. Ci sono state profonde limitazioni negli aeroporti di Catania Fontanarossa e Trapani Birgi, questo con conseguenze enormi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Per questo riteniamo indispensabile inserire nell’agenda politica del Paese il tema della pace.

Con questo filo conduttore alle grandi battaglie e mobilitazioni di massa di trent’anni fa a Comiso contro l’istallazione dei missili di una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili Cruise a testata nucleare. Un momento che ha lanciato a livello internazionale la centralità strategica della Sicilia.

- Come è cambiata la situazione dai giorni delle mobilitazioni di Comiso?

Purtroppo i tempi sono cambiati e sono cambiati negativamente. Trent’anni di politiche neoliberiste hanno in sicuramente mutato la forza del radicamento sociale di quel movimento contro i missili a Comiso che vedeva scendere nelle piazze decine di migliaia di militanti.

Oggi la situazione è cambiata in peggio, purtroppo (e paradossalmente) è mutato il ruolo strategico della Sicilia rispetto a trent’anni fa. In questi 30 anni i conflitti si sono moltiplicati, si sono estesi dall’area nord africana a tutto il continente africano e al medio oriente. Attraverso i processi di militarizzazione del Sud Italia si è intervenuti bombardando. Penso ai Balcani, alle guerre che si sono susseguite negli anni novanta.

L’escalation di oggi che parte dalla volontà di realizzare opere come il M.u.o.s. (uno dei quatto terminali terrestri parte di un programma gestito dal Dipartimento della Difesa USA: una rete di mega antenne e satelliti per telecomunicazioni veloci) e di trasformare Sigonella in capitale mondiale degli aerei senza pilota.

Di fatto c’è un ulteriore salto di qualità in negativo. Anche perché si punta di fatto alla piena automatizzazione dei conflitti. Una situazione che pone seri problemi da un punto di vista etico e della sicurezza e che di fatto può portare da qui a qualche anno anche alla possibilità che venga scatenato un nuovo caos nucleare.

Perché non possiamo dimenticare che accanto a questi processi si assiste a livello planetario a una corsa al riarmo nucleare. E la Sicilia si trova proprio al centro di tutte le operazioni di controllo e coordinamento e comando di queste nuove strategie militari.

Insomma di motivi per aderire all’iniziativa ce ne sono parecchi,

Articolo di Roberta Fuschi pubblicato il 24 luglio 2012 in Zenzero Quotidiano, http://www.zenzeroquotidiano.it/no-al-muos-no-ai-droni-per-la-smilitarizzazione-della-sicilia/



Di seguito trovate il testo dell’appello e l’indirizzo mail per aderire

“NO AL MUOS, NO AI DRONI –  PER LA SMILITARIZZAZIONE DELLA SICILIA”


Il 4 aprile del 1982 oltre centomila sicilian* e tantissime persone giunte da tutta Europa sfilarono a Comiso per dire no alla costruzione di una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili Cruise a testata nucleare: erano parte di un poderoso movimento che per un decennio lottò per liberare il mondo dal dominio delle superpotenze di allora, convinto della necessità di un’Europa “senza missili dall’Atlantico agli Urali”.



Nel 1982 al fianco delle manifestazioni di Comiso c’era Pio La Torre, che aveva intuito come la lotta e l’impegno per la pace, contro la militarizzazione della Sicilia, si intrecciava a doppio filo con un impegno più antico: quello antimafia e per la democrazia. Intuizione talmente profonda da armare la mano della mafia che, 26 giorni dopo quella straordinaria giornata, il 30 aprile a Palermo assassinava lui e Rosario Di Salvo.



 I missili a Comiso indicavano che il nuovo fronte del conflitto si stava spostando nel Mediterraneo. A distanza di 30 anni il Mediterraneo e la Sicilia costituiscono ancora fronte e centro degli interessi di guerra: il territorio di Niscemi sta per ospitare l’arma perfetta per i conflitti del 21° secolo: il MUOS, Mobile User Objective System, mentre la base Usa e Nato di Sigonella sta per trasformarsi nella capitale mondiale dei famigerati aerei senza pilota.



Il MUOS di Niscemi è uno dei quatto terminali terrestri parte di un programma gestito dal Dipartimento della Difesa Usa: una rete di mega antenne e satelliti per telecomunicazioni veloci. È un sistema per propagare e moltiplicare gli ordini di attacco convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, ad uso esclusivo delle forze armate degli Stati Uniti d’America. Tre terminali sono installati nel sud-ovest dell’Australia, nel sud-est della Virginia, e nelle isole Hawaii. Il quarto ha trovato “ospitalità” nella sughereta di Niscemi, dove sono già state devastate decine di ettari di riserva naturale e dove stanno per essere montate tre grandi antenne paraboliche dal diametro di più di 18 metri e due torri radio alte quasi 150 metri che guideranno, con le loro onde elettromagnetiche, missili e aerei senza pilota. Gli studiosi non allineati con il pensiero unico dominante ne denunciano il pesante impatto sull’ambiente, sulla salute delle persone, sul traffico aereo e hanno già definito il MUOS un pericolosissimo maxi forno a microonde.



A Sigonella sono già stati installati i primi droni del tipo Global Hawk, Predator e Reaper, gli stessi utilizzati quotidianamente in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, Yemen, Libia, per colpire obiettivi civili e militari e assassinare anziani, donne e bambini. Nei piani dei Signori del Pentagono, entro la metà del secolo le Guerre saranno del tutto automatizzate. Decisioni, piani e ordini di attacco saranno esclusivamente demandati ai robot, ai computer, ai terminali terrestri e satellitari e ai droni. Per la prima volta nella storia dell’Umanità, vita e morte, pace e guerre non risponderanno alla volontà e alla coscienza dell’Uomo.



Già ora le evoluzioni dei droni sui cieli siciliani, eticamente immorali, comportano insostenibili pericoli per le popolazioni e il traffico aereo civile. Le operazioni sugli scali di Catania-Fontanarossa e Trapani Birgi sono sottoposti a pesanti limitazioni, i passeggeri subiscono ingiustificati disagi e l’economia e il diritto di mobilità vengono irrimediabilmente compromessi. Come è stato ipotizzato da più parti, l’iperattività dei droni di Sigonella potrebbe prefigurare un’azione di guerra in Siria e, più tardi, in Iran.        



Il dilagante processo di militarizzazione dell’Isola e di trasformazione in un’immensa portaerei di morte e prigione-ghetto per i migranti e richiedenti asilo che fuggono dalle guerre africane e mediorientali ha tuttavia risvegliato la coscienza di migliaia di siciliani. Nella Sicilia sud-orientale sorgono decine di comitati di lotta contro il MUOS, mentre in provincia di Catania cresce l’allarme per la base di Sigonella. A distanza di 30 anni le riflessioni e le azioni dei protagonisti di quella stagione di lotta trovano sponda in un composito movimento formato soprattutto da giovani e giovanissimi, da associazioni e singol* cittadin*, che rifiutano l’idea di una Sicilia come portaerei e avamposto armato nel Mediterraneo, e lavorano perché la nostra isola sia piattaforma di pace e dialogo, terra capace di valorizzare le proprie risorse naturali e culturali e perché il Mediterraneo non sia più un cimitero marino ma diventi un Ponte di Pace e di cooperazione fra i popoli.



Adesso è importante potenziare le iniziative di lotta e le azioni di denuncia e controinformazione ed estendere il movimento contro le guerre in tutta la Sicilia a partire dai luoghi dove sorgono i sempre più sofisticati apparati di morte (da Augusta, base dei sottomarini e delle unità navali a capacità e propulsione nucleare, alle grandi basi radar di Marsala e Noto-Mezzogregorio, allo scalo militare-civile di Trapani-Birgi, alla stazione radar antimigranti di Melilli, all’Arsenale di Messina proposto come megadiscarica delle unità navali Nato da rottamare, ecc.).    



Facciamo appello ai cittadini siciliani di



  • riaffermare con forza e costanza un impegno e una volontà di pace
  • denunciare la continua militarizzazione del nostro territorio (da Trapani a Lampedusa, da Sigonella a Niscemi, ecc.), lo sfruttamento e la distruzione del mare, delle coste, del territorio
  • ottenere il blocco immediato dei lavori del Muos a Niscemi
  • superare le ipocrisie di chi da una parte dice di voler sostenere l’ansia di libertà dei popoli arabi e che poi in realtà utilizza le bombe anche contro civili inermi per assicurarsi il controllo delle fonti di approvvigionamento energetico
  • sconfiggere chi pensa al Mediterraneo solamente come un unico immenso mercato dentro il quale solo le merci hanno diritto a muoversi e chi ha voluto blindare le nostre frontiere, trasformando porzioni della nostra isola in lager dove tenere segregate migliaia di persone (il megaCara di Mineo ne è un vergognoso esempio)
  •  sostenere in maniera attiva i processi di liberazione dei popoli dai regimi corrotti ed oppressivi nell’area mediterranea
  • promuovere una comunità mediterranea dei diritti, per uscire insieme dalla crisi economica, costruendo con la Solidarietà un nuovo internazionalismo fra i popoli
  • rilanciare l’impegno contro le organizzazioni criminali, la borghesia mafiosa e i poteri forti, per la democrazia e la libertà
sostenere la campagna per la smilitarizzazione di Sigonella e dell’aeroporto di Trapani e la loro trasformazione in scali civili internazionali
info-adesioni: siciliacontrolaguerra@yahoo.it

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